Cos’è la felicità?

di Lucia Stendardo

Definirla vorrebbe dire darle delle caratteristiche che in realtà non ha. Può essere un volto, un ricordo, un profumo, un gusto, un colore, una canzone. Per me è un atteggiamento. Guardare le cose da un punto di vista che smussa gli spigoli e addolcisce l’amaro. È un flusso di sensazioni positive e dobbiamo riuscire ad abbandonarci e lasciarci trasportare. Ci frena la paura, il timore di rimanerci male per la sua durata effimera, per l’illusione di un benessere che presto svanirà. La felicità deve essere il presente, perché è l’unico tempo in cui si vive, in cui respiriamo e abbiamo gli occhi aperti sul mondo. Non dobbiamo intenderla come un oltraggio alla sofferenza di chi non è felice, non dobbiamo mai vergognarci di essere felici. Mai. 

Qual è il momento in cui sono stata più felice? Non riesco e non voglio legarlo a niente in particolare, perché ogni situazione e ogni persona mi ha regalato una felicità diversa e sminuirei questo meraviglioso concetto, che ha un milione di sfumature e voglio lasciargliele tutte, intatte. Quando penso alla felicità mi viene sempre in mente una frase di Alda Merini “La miglior vendetta? La felicità. Non c’è niente che faccia più impazzire la gente che vederti felice.” Mi sono soffermata tante volte sul significato di questo pensiero e ho sempre avuto la stessa sensazione: perché dovrebbe farmi impazzire la felicità di un’altra persona? La felicità dovrebbe essere contagiosa. 

“Perché sei felice?” Sei felice e basta! Non dobbiamo dare spiegazioni, non dobbiamo giustificare la nostra felicità. Voltaire diceva “Ho deciso di essere felice perché fa bene alla mia salute.” È un piacere intimo e spesso non si manifesta agli altri, ma fa bene davvero alla salute!

La cosa che mi rende più felice è avere la possibilità di essere sempre me stessa, di sentirmi libera, di guardare la vita con occhi sempre nuovi, perché la meraviglia è un motivo di felicità e rinascita.

Quindi felicità come emozione o come sentimento? Una reazione istintiva o uno stato più complesso? E chi lo sa, io me la vivo e basta, al resto ci penserò domani.

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